martedì 5 luglio 2016

Herbert versus Alonso, oltre la querelle e una vita da mediano

Pubblicato su CircusFuno il 14/04/16

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Se volessimo giudicare il peso specifico di un evento in base ai commenti più o meno polemici che ha generato, allora dovremmo concludere che il Gran Premio del Bahrain 2016 sarà ricordato non per la solida prestazione di Vandoorne e Wehrlein, non per la sorprendente Haas di Grosjean, né per la quinta vittoria di fila di Rosberg o per il secondo arrosto consecutivo Ferrari, ma per lo stridente scambio di battute fra Fernando Alonso e Johnny Herbert.
E così molti giovani fans hanno scoperto – e molti vecchi hanno ricordato – chi sia Johnny Herbert, ex pilota di Formula 1 negli irripetibili anni Novanta e ora commentatore tv.
Ora, a proposito dei piloti che si convertono in anchorman televisivi, io la penso come il principe Alberto / Alec Guinness nel film Il Cigno: essi sono gli aristocratici del motorsport, sono come dei maestosi cigni che nuotano in uno specchio d’acqua ma quando non nuotano, vale a dire quando escono dal fiabesco stagno della Formula Uno, fuori dal loro elemento, si muovono in maniera sgraziata, per tacere di quando aprono il becco … pardon, la bocca, per parlare – e non serve essere un etologo per confermarlo; fuori di metafora e premesso che alcuni di loro si sono dimostrati all’altezza sia come commentatori che come intervistatori,  Johnny Herbert mi è sempre sembrato uno dei meno starnazzanti. Ciò non toglie che porgere una domanda provocatoria a un Alonso, campione indiscutibile ma attualmente in difficoltà e, soprattutto, reduce da uno spaventoso incidente, non poteva che causare una risposta insolente. La mia modesta opinione è che la domanda in sé è stata coerente con il contesto ma mal posta, mentre la risposta è stata calzante ma esagerata, né più né meno che una relazione di causa ed effetto che ha generato una querelle infinita per via dei personaggi che ne sono coinvolti. A tutti coloro che hanno assalito Herbert, descritto come un livoroso incompetente non avente titolo a trattare certi argomenti (riguardanti carriere di campioni del mondo) perché sprovvisto di un titolo (di campione del mondo), vorrei far notare, invece, che la Formula Uno appartiene allo stesso modo ai campioni e ai gregari, così come agli spettatori delle tribune e a quelli assiepati sui prati.
Johnny Herbert è stato, per chi vi scrive, uno dei ballerini di fila di uno spettacolo indimenticabile, quello delle prime stagioni vissute da spettatore onnivoro, e il suo nome ha avuto una curiosa ricorrenza in entrambe le occasioni in cui ho potuto assistere a una gara dal vivo: l’anno passato, a Spa – Francorchamps, girava fra le tribune un supereroe del tifo, un Batman ante litteram ammantato di un’enorme Union Jack che inneggiava non al campione del mondo Hamilton, ma a Herbert; due anni fa, a Monza, dalle parti della Prima Variante, troneggiava ancora un graffito in suo onore.
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Non sarà stato un predestinato delle monoposto, ma questo Herbert aveva seguito all’epoca e ancora fan che gli tributano affetto. Perché se è vero che lo sport è fatto dai campioni, dai talenti puri che esaltano se stessi e quegli ideali di bellezza, velocità, prestazione al limite, facendo innamorare molti di noi per la vita, ebbene quanti di questi gregari, ballerini di fila,mediani nati senza i piedi buoni hanno conquistato altrettanti estimatori, per quella loro normalità in un mondo eccezionale e quella loro incrollabile fede che non li faceva desistere, nemmeno di fronte all’evidenza? Tanti. E uno di questi fu proprio Johnny Herbert.
Cercando nella palude dei commenti e delle opinioni, districandomi fra dileggi gratuiti e attestati di stima univoci rivolti all’uno o all’altro contendente , un ricordo di Herbert scritto da un fan è balzato alla mia attenzione e mi ha riportato alla mente il grave incidente che subì a Brands Hatch, i mille cambi di Scuderia, la coabitazione con il grande Schumacher, i podi e la vittoria al Gran Premio d’Europa nel 1999. Oltre a tutto ciò, un ben magro bottino in confronto ai giganti, quelli veri, della Formula Uno, quel che rimane e che è rimasto al giovane fan che scrive, è il messaggio: non mollare mai, perché solo se non molli potrai cogliere l’occasione, quell’unica occasione, che altrimenti perderai per sempre.
Questo è ciò che ci insegnano tutti i piloti che ci provano, tutti quelli sballottati in monoposto non all’altezza, sbeffeggiati dai paganti, puniti da incidenti e anche … presi in giro dal nostro Mediocrity Award, quando se lo meritano.  Non mollare mai. E allora …
Non mollare, Johnny Herbert: continua con le tue interviste, perché più punti di vista ci sono e meglio è.
Non mollare, Fernando Alonso: continua a gareggiare ad alti livelli per te e per tutti noi, che non riteniamo gli over trentacinque finiti a prescindere.
Grazie a Calciatori Brutti e a Stefano Losio per il ricordo e il suo messaggio.

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