Pensavate che l'Ellezeviro di FormulaElle fosse
definitivamente tramontato, sorpassato da nefaste logiche arbitrarie
ammazza-bizzarria? Pensavate male. Cavia dell'esperimento - ma sarebbe meglio
dire valoroso volontario, visto che si è offerto lui - è Alberto Saiu di
FormulaPassion, che ricorderete per essere, in coppia con Salvo Sardina, uno
dei bravi professionisti che mi hanno dato una mano in passato, condividendo e
incoraggiando questo diario personale sulla Formula Uno e sul mondo che tanto
bene mi ha portato.
Alberto Saiu ha scritto un libro, F1 Confidential, che tratta
in maniera sistematica i principali problemi che affliggono la Formula Uno
attuale, basandosi su dati e intervallando la trattazione con interviste e
opinioni, raccolte sotto forma di "confidenza" . Ne parlai anche io
tempo fa, in una lettera alla Formula Uno, che trovate qui. Il libro è una summa, quindi è molto completo, ma non
annoia perchè i dati freddi sono alternati dalle testimonianze. Per cui è
tecnico ma leggibile, che non è affatto poco.
Ecco a voi la mia recensione su F1 Confidential, di Alberto
Saiu, che potete acquistare su tutte le principali piattaforme (Amazon, Apple Store e Google Play)
“La Formula 1, grazie a Dio, non è la
MotoGP e non sono i 100 metri piani. Non conta solo essere i più veloci per
vincere, ma bisogna essere anche molto più furbi degli altri. Questo è il gioco
degli scacchi applicato all’ingegneria aerospaziale con una spruzzata di magia
e il massimo dell’agonismo. La Formula 1 non ha necessità di trasformarsi in
una roba da sempliciotti perché è (e deve rimanere) un’arte raffinata. Ma guai
ad essere elitaria. Come la Cappella Sistina lascia a bocca aperta chiunque
passi sotto la sua volta e non esclusivamente i critici d’arte, così la F1 dovrebbe
incantare tutto il pianeta e non esclusivamente i grandi appassionati.
Non sarà facile ma non è impossibile.
Alla fine si tratta solamente di far rinnamorare la gente dello sport più bello
del mondo.”
A
parere di chi scrive, il meglio Alberto Saiu lo riserva alla fine di F1
Confidential, una sorta di récherche della Formula Uno perduta che parte
dall’assunto che la Formula Uno è lo sport più bello del mondo – asserzione
incontestabile, questa – e si dipana in un’analisi puntuale ma non pedante di tutto
quel che è la Formula Uno oggi: ripiegata sul proprio regolamento,
disumanizzata dalla tecnologia e sterilizzata dal contatto con il pubblico.
Tutto ciò allo scopo di far rinnamorare
la gente di quel che, per la maggior parte di noi, è parte integrante e
fondamentale delle nostre vite.
Il
finale perfetto di F1 Confidential è la sintesi di quanto l’autore
romanticamente e temerariamente si è prefissato: preso atto che la Formula Uno
attuale sia malata, ne enumera i principali problemi e ne suggerisce soluzioni,
confrontandosi con esperti e opinionisti. Il tutto sotto forma di una
chiacchierata, “in confidenza”, alternando le interviste – a personaggi come Mauro Coppini, Roberto Gurian, Luca Filippi, Antonio Granato, Max Papis, Mario Isola, Nestore Morosini, Jarno Zaffelli, Maurizio Losa, Emanuele Venturoli, Katia Bassi, Luca Ferrari, Andrew Billings, Neil James, Max Preston, Massimiliano
Angelelli, Franco Bortuzzo, Stefano De Ponti (CEO Dallara USA), Tas Melas (NBA TV) e molti altri –
ad articoli – dei colleghi di FormulaPassion.it ma non solo – citazioni – fra
le quali anche una di Paolo Pellegrini, mio collega su CircusFuno – e anche
inappuntabili analisi di dati che, con spietata chiarezza, mettono nero su
bianco quel che molti di noi hanno ben chiaro ma che alla governance della
Formula Uno sembra clamorosamente sfuggire.
Lo
sport più bello del mondo non solo sta inesorabilmente consegnandosi a un
futuro di disaffezione e disinteressamento, perdendo larga parte di un pubblico
di appassionati sinceri e competenti - e
che non possono, però, permettersi un Rolex, un pass per il Paddock Club o un
abbonamento a un canale PayTv - ma ha forse dimenticato che, sotto la patina
luccicante di motorhomes e belle ragazze, essere il pinnacle del motor sport è
ben altro che essere irraggiungibile per l’elevatezza dei costi, le difficoltà
regolamentari e l’incapacità mediatica: è velocità, rischio, coraggio, sfide al
limite, tutti preziosi regali di questo sport meraviglioso che stanno
diventando rarità soffocate da una certa freudiana ossessione per il controllo
(della velocità, del rischio, delle scelte in gara del pilota e finanche dei
suoi selfie). Ma la Formula Uno, o meglio la sua Governance, non ha una
strategia, vale a dire un piano di lungo termine che le consenta di
sopravvivere nel panorama attuale, fatto di leghe rivali, come la NBA o la
Stessa MotoGP, che la doppiano senza mezze misure in quanto ad appeal generale,
comprensibilità e presa sugli spettatori; essa si muove seguendo questa o
quell’altra sollecitazione e l’unica tattica che pare apprezzare è quella di
arraffare – da sponsor, scuderie e organizzatori di gran premi - quanto più
possibile nel breve periodo e sperare di vivere di rendita. Questo è un
problema, anzi: è il problema della
Formula Uno. Sappiamo tutti che rende bene – i suoi fatturati lo confermano –
ma ci chiediamo, lo chiediamo a Sua Reggenza Ecclestone, per quanto tempo potrà
andare avanti se continua a perdere spettatori e qualità.
Alberto
Saiu prova a proporre delle soluzioni, ragionandone con i suoi ospiti. Leggendo
F1 Confidential ci si accorge che le migliori sono dettate da rigore e buon
senso, perché il progresso è ineludibile in uno sport motoristico ma la sua
riduzione a un mero aggiornamento tecnologico in cui le simulazioni al computer
hanno più preso delle prove in pista è inaccettabile. Qualcuno darà ascolto ad
Alberto Saiu e a F1 Confidential? Non sarà facile ma non è impossibile.
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