mercoledì 20 luglio 2016

F1 Confidential: confidenze e strategie per un futuro migliore della Formula Uno. Recensione riservata, ma non troppo.

Pensavate che l'Ellezeviro di FormulaElle fosse definitivamente tramontato, sorpassato da nefaste logiche arbitrarie ammazza-bizzarria? Pensavate male. Cavia dell'esperimento - ma sarebbe meglio dire valoroso volontario, visto che si è offerto lui - è Alberto Saiu di FormulaPassion, che ricorderete per essere, in coppia con Salvo Sardina, uno dei bravi professionisti che mi hanno dato una mano in passato, condividendo e incoraggiando questo diario personale sulla Formula Uno e sul mondo che tanto bene mi ha portato.
Alberto Saiu ha scritto un libro, F1 Confidential, che tratta in maniera sistematica i principali problemi che affliggono la Formula Uno attuale, basandosi su dati e intervallando la trattazione con interviste e opinioni, raccolte sotto forma di "confidenza" . Ne parlai anche io tempo fa, in una lettera alla Formula Uno, che trovate qui. Il libro è una summa, quindi è molto completo, ma non annoia perchè i dati freddi sono alternati dalle testimonianze. Per cui è tecnico ma leggibile, che non è affatto poco.

Ecco a voi la mia recensione su F1 Confidential, di Alberto Saiu, che potete acquistare su tutte le principali piattaforme (Amazon, Apple Store e Google Play)




“La Formula 1, grazie a Dio, non è la MotoGP e non sono i 100 metri piani. Non conta solo essere i più veloci per vincere, ma bisogna essere anche molto più furbi degli altri. Questo è il gioco degli scacchi applicato all’ingegneria aerospaziale con una spruzzata di magia e il massimo dell’agonismo. La Formula 1 non ha necessità di trasformarsi in una roba da sempliciotti perché è (e deve rimanere) un’arte raffinata. Ma guai ad essere elitaria. Come la Cappella Sistina lascia a bocca aperta chiunque passi sotto la sua volta e non esclusivamente i critici d’arte, così la F1 dovrebbe incantare tutto il pianeta e non esclusivamente i grandi appassionati.
Non sarà facile ma non è impossibile. Alla fine si tratta solamente di far rinnamorare la gente dello sport più bello del mondo.”

A parere di chi scrive, il meglio Alberto Saiu lo riserva alla fine di F1 Confidential, una sorta di récherche della Formula Uno perduta che parte dall’assunto che la Formula Uno è lo sport più bello del mondo – asserzione incontestabile, questa – e si dipana in un’analisi puntuale ma non pedante di tutto quel che è la Formula Uno oggi: ripiegata sul proprio regolamento, disumanizzata dalla tecnologia e sterilizzata dal contatto con il pubblico. Tutto ciò allo scopo di far rinnamorare la gente di quel che, per la maggior parte di noi, è parte integrante e fondamentale delle nostre vite.
Il finale perfetto di F1 Confidential è la sintesi di quanto l’autore romanticamente e temerariamente si è prefissato: preso atto che la Formula Uno attuale sia malata, ne enumera i principali problemi e ne suggerisce soluzioni, confrontandosi con esperti e opinionisti. Il tutto sotto forma di una chiacchierata, “in confidenza”, alternando le interviste – a personaggi come Mauro Coppini, Roberto Gurian, Luca Filippi, Antonio Granato, Max Papis, Mario Isola, Nestore Morosini, Jarno Zaffelli, Maurizio Losa, Emanuele Venturoli, Katia Bassi, Luca Ferrari, Andrew Billings, Neil James, Max Preston, Massimiliano Angelelli, Franco Bortuzzo, Stefano De Ponti (CEO Dallara USA), Tas Melas (NBA TV) e molti altri – ad articoli – dei colleghi di FormulaPassion.it ma non solo – citazioni – fra le quali anche una di Paolo Pellegrini, mio collega su CircusFuno – e anche inappuntabili analisi di dati che, con spietata chiarezza, mettono nero su bianco quel che molti di noi hanno ben chiaro ma che alla governance della Formula Uno sembra clamorosamente sfuggire.

Lo sport più bello del mondo non solo sta inesorabilmente consegnandosi a un futuro di disaffezione e disinteressamento, perdendo larga parte di un pubblico di appassionati sinceri e competenti  - e che non possono, però, permettersi un Rolex, un pass per il Paddock Club o un abbonamento a un canale PayTv - ma ha forse dimenticato che, sotto la patina luccicante di motorhomes e belle ragazze, essere il pinnacle del motor sport è ben altro che essere irraggiungibile per l’elevatezza dei costi, le difficoltà regolamentari e l’incapacità mediatica: è velocità, rischio, coraggio, sfide al limite, tutti preziosi regali di questo sport meraviglioso che stanno diventando rarità soffocate da una certa freudiana ossessione per il controllo (della velocità, del rischio, delle scelte in gara del pilota e finanche dei suoi selfie). Ma la Formula Uno, o meglio la sua Governance, non ha una strategia, vale a dire un piano di lungo termine che le consenta di sopravvivere nel panorama attuale, fatto di leghe rivali, come la NBA o la Stessa MotoGP, che la doppiano senza mezze misure in quanto ad appeal generale, comprensibilità e presa sugli spettatori; essa si muove seguendo questa o quell’altra sollecitazione e l’unica tattica che pare apprezzare è quella di arraffare – da sponsor, scuderie e organizzatori di gran premi - quanto più possibile nel breve periodo e sperare di vivere di rendita. Questo è un problema, anzi: è il problema della Formula Uno. Sappiamo tutti che rende bene – i suoi fatturati lo confermano – ma ci chiediamo, lo chiediamo a Sua Reggenza Ecclestone, per quanto tempo potrà andare avanti se continua a perdere spettatori e qualità.

Alberto Saiu prova a proporre delle soluzioni, ragionandone con i suoi ospiti. Leggendo F1 Confidential ci si accorge che le migliori sono dettate da rigore e buon senso, perché il progresso è ineludibile in uno sport motoristico ma la sua riduzione a un mero aggiornamento tecnologico in cui le simulazioni al computer hanno più preso delle prove in pista è inaccettabile. Qualcuno darà ascolto ad Alberto Saiu e a F1 Confidential? Non sarà facile ma non è impossibile.

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