martedì 5 luglio 2016

Cento anni fa nasceva la Targa Florio

Pubblicato su CircusFuno il 05/05/16

Targa Florio
Esiste una terra magica in cui i colori del paesaggio hanno la potenza narrativa dei disegni dei bambini, con l’azzurro intenso del cielo, il blu lapislazzulo del mare, il bianco abbacinante delle spiagge e il nero lucente delle rocce vulcaniche. È la Sicilia, una terra di teatri, templi e capitali di Regni, povera pur essendo ricchissima, sulle cui strade è passata spesso la Storia; anche quella dell’automobilismo, poiché, da un certo giorno di maggio in poi, per le strade di Cerda, Caltavuturo, Castellana, Petralia Sottana, Petralia Soprana, Geraci, Castelbuono, Isnello, Collesano, Campofelice di Roccella, Bonfornello – ma anche Cefalù, Messina, Catania, Siracusa, Noto, Vittoria, Agrigento, Castelvetrano, Mazara, Marsala, Trapani e Palermo – agli echi mitologici di dei ed eroi della Magna Grecia si mescolò il rombo dei motori delle auto da corsa.
Vincenzo Florio era un giovane e facoltoso cittadino palermitano, nelle cui vene scorreva un misto di sangue blu di nobiltà e sacro fuoco della velocità, caratteristiche che lo accomunavano a quei Gentiluomini al Volante  – o Cavalieri del Rischio –  che furono l’anima dell’epoca  eroica delle corse automobilistiche. Vincenzo Florio era quel che si definisce un signore palermitano, nobile non solo per nascita ma per carattere, fiero della propria terra e capace di portarla alla ribalta nel mondo, creando una lunga ed estrema corsa su strada (quasi centocinquanta chilometri totali nella sua versione più lunga) laddove non c’erano neppure le strade, una corsa che sarebbe diventata leggendaria in capo a pochi anni e il cui trofeo fu ambitissimo per tutti i migliori, scuderie e piloti: la Targa Florio, “a Cursa”, che si tenne per la prima volta nel 1906, in Sicilia e per la Sicilia.
Targa Florio
Scorrete l’albo d’oro della corsa, la più longeva della sua categoria – oltre settant’anni di competizioni valide nell’ambito di campionati mondiali, come quello Prototipi, e che, nella sua versione rallystica, è ancora oggi inserita nel campionato italiano – e vi troverete i nomi dei più famosi domatori d’auto dell’epoca d’oro delle corse:  Nuvolari, Varzi, Villoresi, Taruffi, ma anche Sivocci, Musso, Bonnier, Von Trips, fino a Bandini, Merzario, Marko e l’eroe locale, Nino Vaccarella. E le donne, Ada Pace e Maria Teresa De Filippis su tutte. Leggete quali e quante Scuderie si disputarono la Targa Florio, quale sigillo di eccellenza meccanica e motoristica: Porsche, Ferrari, Lancia, Alfa Romeo, Bugatti, Maserati, Mercedes, Isotta  Fraschini, fra le altre. Alla voce “pietre miliari” troverete che il Quadrifoglio Alfa Romeo apparve per la prima volta su due RL Targa Florio, che presero parte all’edizione 1923 e furono guidate da Antonio Ascari, Enzo Ferrari, Giulio Masetti e Ugo Sivocci; fu quest’ultimo, vincitore a sorpresa di una gara rocambolesca, ad avere l’idea di apporre sulla propria vettura quel motivo, da allora diventato simbolo dell’arte di costruire auto da corsa, oltre che amuleto beneaugurante. Più che dalle statistiche, però, il valore assoluto della Targa Florio è dato dalle imprese sportive che vi ebbero luogo, fra gare funestate da incidenti, spettacolari duelli ed esiti incerti fino al taglio del traguardo, oltre che dall’affetto senza eguali manifestato dal suo pubblico fin dalle primissime edizioni.
E ora che sono cento anni, la volontà di proseguire l’opera del fondatore Vincenzo Florio sembra aver ispirato gli attuali organizzatori, i quali hanno coinvolto autorità locali e grandi nomi – Jean Todt, Helmut Marko, Arturo Merzario e Nino Vaccarella, solo a citarne alcuni – in una edizione celebrativa che non sarà solo rievocazione ma anche gara vera e propria. Grazie alla Targa Florio, sopravvissuta ai cambiamenti del tempo e dell’automobilismo, forse, per una volta, l’adagio di gattopardiana memoria per il quale bisogna che tutto cambi perché tutto resti uguale a prima ha assunto un significato positivo, nelle emozioni e nei cuori degli appassionati. In Sicilia e per la Sicilia.
“A cosa servono le automobili da viaggio, se non si costruiscono strade sulle quali farle viaggiare?”
Vincenzo Florio        

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