martedì 5 luglio 2016

E se nemmeno i piloti riescono a … – Riflessioni sulla lettera della GPDA

Pubblicato su CircusFuno il 25/03/16

Motor Racing - Formula One World Championship - Spanish Grand Prix - Practice Day - Barcelona, Spain
Cari piloti, così anche voi avete scritto. Parole calibrate, sentite, ben scelte, con le quali avete espresso, finalmente nero su bianco, non solo il vostro amore per questo sport meraviglioso, ma anche il vostro rispetto per il pubblico e per  l’eccellenza della competizione in sé. Da appassionata  vi ringrazio, anche perché la vostra lettera del 23 marzo 2016 prosegue con un compìto, mai sbavato ma inequivocabile j’accuse che denuncia ciò che da più parti era già stato fatto emergere, cioè la condizione di “malattia” dell’attuale governance della Formula Uno, oltre a un chiaro invito a un non più rimandabile, deciso e decisivo cambiamento.
Avete chiaramente puntualizzato, amici piloti, che, di recente, sia in ambito sportivo che strategico, sono state prese decisioni che hanno trovato il disaccordo – se non l’aperta opposizione – sia vostra che del pubblico tutto. Una per tutte: le cosiddette qualifiche “a sedia rovente”.  E quindi? Quindi vi hanno risposto che i sedili arroventati per ora dovete tenerveli e che anche tutto il resto della storia rischia di avere la stessa conclusione, nonostante a voi e al pubblico ciò comporti l’arroventamento anche di altre – e innominabili – parti anatomiche.
E dunque vi hanno risposto, ma è come quando, da bambini, protestavate con la mamma contro l’ordine costituito, secondo il quale vostra sorella minore poteva giocare con le vostre preziose automobiline per romperle e voi, invece, non avevate il medesimo avallo a radere a zero la testa della sua Barbie: “Sta’ buono e torna a giocare con tua sorella!” – vi sentivate dire.
E dunque avete chiesto “pane” e vi hanno risposto “mangiate brioche”.
E dunque non vi hanno dato retta, proprio come succede a noi, appassionati e commentatori, cari piloti! Proprio come succede a tutti coloro che, nelle loro esistenze, si scontrano contro muri e barriere che non hanno ragione di esistere, anche voi, amici piloti, avete imparato che esiste un nemico più imbattibile del pericolo, della sorte avversa o del business selvaggio: lo status quo.
Perché questo accade? Perché per cambiare qualunque sistema, sia esso ristretto come il layout del congelatore di casa o dilatato come la governance della Formula Uno, non basta volerlo né chiedere per ottenerlo: bisogna anche preparare un piano e spiegare come, perché e con quali risultati. E voi, spiace notarlo, non avete presentato alcun piano, mentre loro, i vostri antagonisti, ne hanno sempre uno di riserva pronto alla bisogna.
Ma questo, cari amici piloti, non è che un ostacolo. Spero e voglio credere che questo sia stato un primo, minuscolo passo nella direzione del pubblico e degli appassionati e che, in nome del loro affetto incondizionato, persevererete. Ci vuol ben altro che un sedile arroventato a raffreddare l’ardore di un tifoso duro e puro, non sarà questo a farci smettere di seguire le gare, per cui andate avanti: vi seguiamo.


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