In realtà l’ha notato per primo mio marito, perché io ero
del tutto assorta in un’elaborata riflessione sui massimi sistemi. Sì, appunto:
i massimi sistemi da adottare per non sembrare un mitile bivalve di colore
scuro – una cozza - in posa accanto alla
sagoma di Kimi Raïkkonen.
Di lì concitati minuti, concentrati nei seguenti spezzoni di dialogo a mo’ di flusso di coscienza: dai fagli una foto, mica sono un paparazzo, ma non lui da solo, mettitici a fianco, ma sta lavorando, si ma gli altri nel frattempo gli saltano addosso … fino alla presa di posizione, finale e fulminea, di chi ha i riflessi allenati dalle ripetute visioni de L’Attimo Fuggente: ok, ora attiro la sua attenzione in maniera creativa!
Di lì concitati minuti, concentrati nei seguenti spezzoni di dialogo a mo’ di flusso di coscienza: dai fagli una foto, mica sono un paparazzo, ma non lui da solo, mettitici a fianco, ma sta lavorando, si ma gli altri nel frattempo gli saltano addosso … fino alla presa di posizione, finale e fulminea, di chi ha i riflessi allenati dalle ripetute visioni de L’Attimo Fuggente: ok, ora attiro la sua attenzione in maniera creativa!
“Ehi Ettore, saluti da Pescara!”
“Da Pescara? Che bravi … Ma?”
Ma: congiunzione
avversativa monosillabica. Ma in
questo caso sottende un seguito: ma tu
potresti essere qualcuno che conosco oppure qualcuno che somiglia tantissimo a
una persona che conosco. Questo ma
con seguito mi accompagna da sempre, più precisamente ogni volta in cui mi
imbatto in un conoscente di mia sorella maggiore. Mia sorella – di qui il
sottotitolo dell’episodio che allude a una variante del nepotismo limitata alla circostanza di essere sorelle di qualcuna – è andata al liceo con Ettore Giovannelli e a me non
resta che completare il suo ma con seguito facendomi riconoscere.
“Le somigli! Mi ricordo di te!” esclama lui, chiedendomi di
aspettarlo perché sarebbe tornato subito da me.
“Ma .. ma io ero neonata!” ribatto, io, giustapponendo un
mio ma con seguito che esprime un certo irrazionale smarrimento del quale forse
darò una ragione.
Dopo un po’ come annunciato effettivamente è ritornato e ha dato vita a un breve ma intenso
siparietto di baci, abbracci e simpatia, tenendo a ricordarmi che mia sorella a
scuola era bravissima.
Ettore Giovannelli, sappi che nella mia famiglia si
custodisce gelosamente una foto di classe finita in una copia degli annali
della scuola in cui vi riconoscete distintamente proprio voi due, tu e mia
sorella. Erano i meravigliosi anni Ottanta e io tacerò della foggia di abiti e
pettinature, quindi so che mi ringrazierai per aver scelto, invece, di
pubblicare questo bel collage:
Prego di notare che, nella foto a sinistra, oltre a Franco Bortuzzo, s'intravede una spalla e parte della cartella da disegno di Giorgio "Matitaccia" Serra |
Ettore Giovannelli, volevo confessarti che, prima di Sky,
delle multi regie e delle inviate patinate, c’era Telepiù con le sue telecamere
dedicate e il sistema multi visione che ti permetteva di scegliere quale gruppo
di piloti in gara volevi seguire. Ebbene, noi a casa avevamo Telepiù ma io ero
troppo affezionata a te e ai tuoi colleghi – si, anche ai circuìti di Ivan Capelli – per guardare i gran premi lassù invece
che sulla Rai, per cui ignorai il favoloso strumento e non vi tradii.
Ettore Giovannelli, sei stato gentilissimo. Semmai
organizzerete una riunione di ex alunni, io mi imbucherò in qualità di
personificazione del tempo che passa, poiché allora io ero neonata e adesso …
Vabbo’, lasciamo perdere.
Grazie e alla prossima!
P.s.: prima di ripartire ci siamo imbattuti in Ezio
Zermiani, che abbiamo avuto paura di disturbare per tutta la manifestazione,
pur essendo ospitati nello stesso albergo; per evitare di essere nominati ad
honorem stalker più incapaci d’Italia, gli abbiamo strappato una foto sul far
della sera e qualche chiacchiera memorabile.
P.p.s.: vorrei ringraziare mia sorella per il suo …
sorellismo invitando tutti a sostenere questa causa
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