giovedì 26 febbraio 2015

Riccardo Patrese e i personaggi che ti aiutano a superare un’adolescenza assurda

Per me sono stati, in ordine sparso, Noel Gallagher, i Blues Brothers, Antonio Banderas – versione mariachi vendicatore, non psicanalista per galline – Nico e i Sardi e, last but not least, Riccardo Patrese. Sì, intendo dire che questi sono i personaggi che mi hanno aiutato a superare la mia adolescenza, trascorsa in un clima di assurdità à la Ionesco.
Non sciorinerò picodellamirandolescamente sorpassi, vittorie, pole, duelli all’ultima ruota, episodi e frasi scolpite nella memoria poiché ero davvero troppo giovane per ricordare almeno una delle gare a cui Riccardo Patrese da Padova ha preso parte e in questa piazza autarchica che è il mio blog preferisco inserire, per quelle che pomposamente potrei definire scelte editoriali, le esperienze e i ricordi diretti o quanto a loro strettamente collegabile. Immagino, inoltre, che siate ben attrezzati e in grado di andare a spulciare online una qualche summa della sua carriera. Riccardo Patrese ha, infatti, un ruolo da prima guida nella pièce della mia vita perché la sua effigie spenzolò per anni in un punto strategico della mia camera da letto, avanti al quale dovevo passare obbligatoriamente ogni giorno prima di uscire per andare a scuola: ogni santo giorno, che stessi bene o male, che ci fosse compito in classe o interrogazione, che andassi a sottopormi al martirio di una mezza mattinata di letteratura con il professore delle medie o di storia e filosofia con uno di quelli delle superiori, io passavo davanti a lui, che mi dava la sua personale benedizione. 
Vai e resta bizzarra – pareva dirmi – ascolta te stessa e tira un cartone in faccia a quella del banco dietro a te, che ha preoccupazioni più importanti di un secco venti a zero a inizio campionato (Mc Laren contro Ferrari, annata 97: chiunque si sarebbe preoccupato!) e ti contesta basita perché ti rimetti i vestiti dell’anno passato; resta attaccata allo scoglio della passione e mostrati orgogliosa dei tuoi interessi, quando il mondo che ti circonda vorrebbe ridurti allo stereotipo della secchiona inconsapevole; resta ancora con noi, i cavalieri della Formula Uno, continua ad amarci ma anche ironizzare su di noi con attaccamento indefesso!

si notino sbrodolamenti e stropicciature quali chiari segni di vita vissuta e, sulla sinistra, le tracce del buco fatto per appenderla

eh lo so che non è a figura intera, ma questo ritaglio ha la funzione di spoiler alert!

Il cimelio appartiene all’album di figurine “Formulissima Agip” edito nel 1990 e distribuito presso le omonime pompe di benzina e sì, qualora ci fosse bisogno di una conferma io nel  1990 ero una ragazzina che aveva l’album di figurine della Formula Uno invece che la collezione di Barbie. Che anno era? Che giorno era? A giudicare dall’espressione stralunata di gioia e stanchezza che traspare dal sorriso timido e signorile di Riccardo Patrese e dalla dimensione della coppa, la foto stampata sulla figurina doveva raffigurare una vittoria. Aiuterebbe la didascalia, certamente presente nella pagina dedicata, ma dove sia finito l’intero album solo il tempo "pantodamator amaurosei" - "che tutto logora e corrode" -può saperlo; quel che so io è che questa figurina ha attraversato indenne i magnifici anni Novanta,  probabilmente prima dimenticata nell’anfratto di qualche cassetto, poi rinvenuta e infine appesa, dove restò per anni a incoraggiarmi.
Per anni, quindi, la figurina di Patrese è rimasta appesa, appunto, fino a un giorno di fine aprile 2014, quando, nel pieno dei preparativi – materiali ma soprattutto emotivi – per il Memorial Senna a Imola, qualcosa, un flash della memoria o una bella mazzata della lira di Simonide di Ceo direttamente in testa, mi ha fatto ricordare di lei e decidere risolutamente che no, non potevo partire senza quel cimelio e che no, ancora no, non potevo tornare senza aver provato a mostrarla a lui, Riccardo Patrese in persona.
Beh, alla fine è così che è andata:

ta - daaaaa!
Quel che la foto non mostra, oltre alla mia espressione da perfetta ebete fortunatamente non immortalata, è l’antefatto, vale a dire la ridicola ancorché efficace strategia che mi ha portato a ottenere l’agognata attenzione di Patrese, giusto qualche ora dopo la sfilata presso la curva Tamburello. Eccone una cronaca scritta a caldo come status di Facebook:

Sala stampa gremita, vado curiosando dopo aver lasciato il consorte in tribuna a vedersi la sfilata delle granturismo; sento un tipo dell'organizzazione dire a un altro: "Ok, ora tu vai dentro, prendi Riccardo (Patrese) e lo porti via!". Si doveva tenere la partita della Nazionale Piloti e realizzo di dovermi muovere.

Con grazia abruzzese (vale a dire considerando gli altri fans assiepati alla stregua di branchi di pecore pascenti) e sfruttando la mia struttura fisica, riesco a intrufolarmi al suo cospetto mentre firma autografi.

Arriva un tale avanti a me con librone di foto d'antan.

Fan: "Riccardo, una firma!"

Patrese: "Ma ragazzi, voi venite con roba d'antiquariato!"
Coro degli astanti: "Suzuka! Grande vittoria! Grande Riccardo!"
Applausi e commozione, foto con bambini, il tipo dell'organizzazione lo prende, mi incoraggio e dico:
"Loro han roba d'antiquariato, ma io ho la reliquia!"
E caccio la mia figurina della serie Formulissima che lui mi firma guardandomi tutto sommato ... ammirato. Anche gli altri fan mi guardano ammirati. (N.d.r.: a posteriori ritengo che pensassero tutti che avessi derubato un padre o un fratello maggiore in qualche maniera cruenta, visto il piglio che ho adoperato)
"E' stata appesa in camera mia per vent'anni circa - dico - in modo che la vedessi ogni giorno che mi alzavo. C'era compito di greco? Coraggio, c'è Patrese!"
Coro dei fan:
"Riccardo è Riccardo! Grande Riccardo!!!"
E lui se ne va ringraziandomi, prima di cadere fra le braccia del Modena Motors Club che lo rapisce al tipo dell'organizzazione.


Ora la reliquia riposa in un album di cose preziose nella mia nuova casa coniugale, lasciando la cameretta da ragazza ancora un po’ più spoglia; in questo modo però può essere tirata fuori rapidamente per ogni evenienza, per esempio per il prossimo incontro. Già mi vedo approcciare il malcapitato al grido di Ehi, Riccardo Patrese, sono la ragazza con la figurina, possiamo farci una foto?

Nel frattempo, grazie di tutto Riccardo Patrese, vero gran signore delle piste.

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