giovedì 30 ottobre 2014

Memorial Senna - commozione in postfazione




Quando ho visto per la prima volta l'Autodromo Enzo e Dino Ferrari a Imola era un gennaio gelido di un paio d'anni fa. Ero in viaggio per lavoro e avevo colto l'occasione per infilare, sulla via del ritorno, un mini pellegrinaggio nei luoghi di culto della zona (Modena, Maranello, Fiorano).
L'impressione che ne ebbi, trascorsi i primi momenti di meraviglia per la bellezza del luogo e commozione per i gigabyte di ricordi che viaggiavano in linea asimmetrica nella mia memoria, fu di gelo e desolazione, non soltanto per le condizioni meteo: era tutto malamente sbarrato come in un cantiere edile di provincia - effettivamente, osservando dalla tribuna del traguardo, c'era proprio un cantiere con ponteggi e detriti - e tutto era maledettamente accessibile perché lucchetti e chiavistelli di molte tribune, come le Acque Minerali, erano straordinariamente aperti.
Me ne andai con un'impressione enorme di tristezza e, dal quel giorno, Imola divenne per me la raffigurazione di tutto quel che abbiamo perso e che stiamo perdendo di stagione in stagione con questa Formula Uno. Mai, dico mai, avrei immaginato quel che sarebbe successo qualche mese fa, in quello stesso posto.
Ho sentito parlare per la prima volta del Memorial Senna, organizzato a vent'anni dalla sua tragica scomparsa, quasi per caso e non ricordo nemmeno dove, forse in uno di quei trafiletti che scova solo chi ha l'occhio clinico, certamente non nel fantastico sito Formula Passion, perché l'ho pattugliato per giorni in attesa del crisma dell'ufficialità. Quando sono arrivati i primi articoli, avevo già i biglietti e l'albergo prenotato, che ho scoperto essere il preferito del Team Benetton - e quindi avevo forti probabilità di pernottare nella stessa stanza di Schumacher o Alonso - e quello scelto dall'organizzazione. A tal proposito, mi si consenta un attimo di farmi i complimenti per non aver stalkerato Ezio Zermiani tutte le mattine quando scendeva a fare colazione ma per aver atteso pazientemente l'ultima giornata della manifestazione. Ettore Giovannelli non è stato così fortunato, ma un compaesano che ha condiviso i banchi di scuola con mia sorella non poteva sperare di essere trattato diversamente ...
Oh, giusto dimenticavo. Grazie Riccardo Patrese. Per esserci stato, per i tuoi sorrisi, per la tua pazienza, per il tuo autografo: la storia di come l'ho ottenuto ha allietato svariati pranzi di lavoro!

Il Memorial Senna è stato una manifestazione bellissima. Punto. Nient'altro da dire. 
Intensa, commovente, corale e coinvolgente per tutti e quattro i giorni, durante i quali a noi appassionati è stato concesso qualcosa che molto di noi avevano magari solo sognato: scendere in pista con la propria auto, incontrare i propri idoli, circolare liberamente per box e paddock, trascorrere un intero pomeriggio sul tracciato.

Ho letto che per il 2015 verrà organizzato qualcosa di simile in onore di Gilles Villeneuve. Non so se ci sarò, ma se dovesse scapparci una gita, caro Riccardo Patrese stavolta mi devi una foto!

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