martedì 1 settembre 2015

Road ending at Spa - Etologia di un Gran Premio

Pubblicato originariamente su circusf1 il 30/08/15
Potete trovare un repertorio fotografico sulla pagina Facebook di FormulaElle

Théux, Ardenne, regione di Spa-Francorchamps. Sono passate da un pezzo le 18 di domenica 23 agosto 2015, la pioggia batte a cancellare quattro giorni di caldo e condizioni di bello stabile inusuali se non miracolose per questi luoghi. Con ancora negli occhi le immagini di Hamilton in missione culturale al carnevale di Barbados, mi sorprende un gruppo di personaggi agghindati alla Robin Hood che attraversa la strada correndo, mentre mi passano accanto un frate domenicano molto poco spiritualmente abbracciato a una bionda in costume discinto.
No, non si tratta di allucinazioni da delusione, dopo lo scoppio della gomma sulla Ferrari di Vettel a uno sputo di chilometri da un podio non meritato, di più, né di postumi da stanchezza da fine giro di pista in salita, a piedi, carichi come sherpa. Nessun mistero da Voyager o fantasiose strategie di marketing di quella vecchia lenza di Bernie: più prosaicamente, la polizia locale, con straordinaria sagacia, ha ben pensato di chiudere tutti gli accessi all’autostrada che porta a Bruxelles via Liegi, costringendoci tutti a transitare per una statale che finisce dritta dentro la Fiera Medievale di Franchimont; così, ad andatura Manor per un’ora buona fra sciami di figuranti in costume e famigliole inzuppate, nascono spontanee riflessioni estemporanee ed etologiche.
In tre giorni in tribuna scoperta in zona Eau Rouge – Raidillon (per non parlare del giovedì, vanamente investito nella caccia agli autografi), si apprendono usi e costumi di quella particolare fauna che frequenta i circuiti. La specie più rappresentativa è il cinghiale da pistaporcus motorsporticus silvaticus – il quale si muove normalmente in branchi di numerosità variabile ed è generalmente tendente a esternare la propria personalità in maniera eccentrica ed eccessiva. Aduso all’intero rituale delle gare – sopportazione di file, spintoni, prezzi esorbitanti e conseguenze del tempo atmosferico – il cinghiale da pista non si scompone di fronte ai contrattempi ma non tollera intrusioni immotivate nel proprio territorio – sia esso un posto numerato in tribuna o il campo visivo alla partenza; gli esemplari del branco, generalmente di sesso maschile, sono soliti dilapidare ingenti risorse in oggetti di merchandising vari – magliette, cappellini e quant’altro – inneggianti ai propri idoli, dei quali si rivestono orgogliosi come novelli Ciceroni nelle proprie toghe purpuree per l’intera durata della manifestazione. Qualora nel branco siano presenti dei minori, i cuccioli, l’obiettivo degli adulti è cancellare con la propria condotta gli insegnamenti impartiti a detti cuccioli dalle femmine adulte in materia di igiene, alimentazione sana ed educazione. A proposito,  c’è da precisare che sempre più spesso il branco si presenta composito in quanto al genere, laddove è possibile individuare le femmine della specie come le componenti più irsute e aggressive del gruppo, sovente agghindate con livree la cui vistosità è inversamente proporzionale all’avvenenza dell’esemplare in questione: nella fattispecie, una cinghialessa da pista snella e minuta indosserà indumenti anonimi e poco colorati, mentre una robusta e appariscente apparirà somigliante allo sgargiante piumaggio di un pappagallo tropicale. Altre volte la femmina delle specie attende il ritorno del cinghiale nella tana, meditando in sua assenza sui Massimi Sistemi – e su come spaccarglieli in testa per aver insegnato al bambino a mostrare il dito medio ai vicini.
Fuor di metafora, chi scrive ha trascorso tre giorni a rischio eritema solare in una tribuna strapiena di inglesi tifosi di Lewis Hamilton e della Mercedes, accompagnati, qualche ordine di posto più in basso, da un gruppetto di supporter finlandesi di Kimi Raikkonen. A proposito di questi ultimi, è stato oserei dire lirico osservarli impiegare un paio di giri per individuare il proprio beniamino durante le prove libere e quindi sbandierare comunque a sproposito i propri enormi vessilli; Bottas, per la cronaca, è stato da loro riconosciuto a qualifica ultimata e comunque molto osannato per amor di patria. Il mio commento finale sulla gara è traslato proprio dalle espressioni di questi miei compagni di avventura, gli Inglesi, in particolare: preoccupate, tese, per niente sollevate, impressionate e, infine, sollevate. Preoccupate, dopo la partenza in slow motion delle Mercedes; tese, per tutti i primi giri finchè l’ostacolo Perez non è stato oltrepassato; per niente sollevate dal distacco che progressivamente si instaurava fra il primo, Hamilton, e il secondo, un Rosberg sempre più affetto dalla sindrome di Toto Cutugno; impressionate, dall’enorme gara delle Ferrari in rimonta; sollevate, quando è stato amaramente chiaro che Vettel non sarebbe più stato un problema.
Tralasciando le necessarie quanto dolorose discussioni in merito agli scoppi delle gomme Pirelli in prova ma, soprattutto e significativamente, in gara, il collettivo sospiro di sollievo, emanato da quella tribuna nel momento in cui dai maxischemi sono iniziate a passare le immagini della monoposto numero 5 che perdeva pezzi dal posteriore, ha confermato che la percezione di una Ferrari tornata a essere temuta sia vivida non solo nei supporters rossi, ma anche negli avversari.
Vivere una tre giorni di gara in un circuito affascinante come Spa-Francorchamps conferma, invece, ancora una volta, che il vero appassionato di motorsport, se assiste a una gara vivace e intensa, se ne va sempre con il sorriso, anche se il proprio beniamino non fa una bella figura. In ciò il cinghiale da pista si dimostra spesso una spanna più evoluto di altre specie che ne condividono il medesimo habitat e che, per caratteristiche etologiche, sono considerate superiori, quali, ad esempio, l’hopinionista giornalisticus o il patronus miliardarius.

Théux, Ardenne, regione di Spa-Francorchamps. Il bivio per l’autostrada è nascosto dal cartellone pubblicitario della Fiera Medievale di Franchimont ma comunque visibile. Continua a piovere. Arrivederci Spa-Francorchamps e grazie per la pioggia di ricordi ed emozioni con cui ci hai inzuppati.

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