mercoledì 3 febbraio 2016

Sezione Laura - Ars Gratia Gilles

pubblicato su CircusF1 il 18/01/16

“Io corro per vincere, si capisce. Ma ancora prima che per vincere corro per correre!”

Gilles Villeneuve ci ha lasciato questa descrizione di sé stesso così evocativamente sintetica che nessun epigrafista, scrittore o giornalista sarebbe riuscito a riprodurre “dall’esterno” infondendole la medesima forza. Gilles incarnò, per la Formula Uno e per l’appassionato, l’ideale di ars gratia artis rinascimentale, in quanto la verta arte esclude ogni altro fine che non sia la vera bellezza – politica, denaro, successo, pubblicità eccetera – così come la vera passione vive e si alimenta da se stessa per se stessa ed esclude ogni tipo di tornaconto – politica, denaro, successo, pubblicità et cetera.

E così oggi siamo tutti qui riuniti per celebrare il sessantaseiesimo anniversario della sua nascita, a contarci, anche quelli di noi che non l’hanno mai visto correre, e a distinguerci, anche da tutti quelli che non lo hanno ricordato. Perché quel che ci manca nella Formula Uno moderna sono sì le sportellate, i duelli, l’atmosfera guascona, la libertà di sperimentare, ma anche quell’esternazione disinteressata della propria passione, quel correre per correre, da parte del pilota odierno, sempre più spesso “frenato” se non “costruito” da un qualche ufficio stampa. Manca – e non solo a noi, che stiamo dall’altra parte – quell’ingenuo, insistito provarci a tutti i costi, quegli anelanti “si può riparare?” che ingegneri e meccanici erano abituati a sentirsi rivolgere da Gilles, interrogativi carichi di aspettative irrealistiche di fronte a monoposto riportate ai box prive di ruote e pezzi interi di carrozzeria, eppure sintomatici di un attaccamento all’arte di essere pilota che andava oltre. Oltre la politica, il denaro, il successo, la pubblicità, i guasti, le piste. Correre per correre, arte per arte.
E così oggi, che piangiamo il suo ricordo, non possiamo fare a meno di pensare che quel suo correre per correre, con quella componente ineliminabile di pericolo, lo ha reso troppo presto un immortale. Salut Gilles: effimera fu la vita terrena, non la memoria.

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