lunedì 15 febbraio 2016

SezioneLaura - Suite 200, l'ultima notte di Ayrton Senna

Pubblicato su Circusf1 il 11/02/16
In occasione della mostra Ayrton Senna – L’ultima notte, che si terrà presso il Museo della Velocità dell’Autodromo Nazionale di Monza dal 17 Febbraio al 24 Luglio 2016, la SezioneLaura si traveste da elzeviro e dedica una recensione al libro di Giorgio Terruzzi Suite 200 – L’ultima notte di Ayrton Senna

Ha ragione Giorgio Terruzzi quando descrive la dimensione di Ayrton Senna uomo pilota come una questione di grazia. È qualcosa che va oltre il suo rapporto privilegiato con Dio o le immagini e i record che lo hanno reso incancellabile: questione di grazia, ineffabile, immanente grazia.

Grazia che conviveva con un’ombra lunga nella quale s’occultava la ferocia, coraggiosa e insindacabile, del predatore pilota e, al contempo, albergava un’anima complessa, divisa fra la consapevolezza di un talento da predestinato e il bisogno di espiare in qualche modo il peso che ne derivava, quale che fosse una colpa, per Ayrton Senna, essere Ayrton Senna.
Suite 200 è la narrazione di una notte, l’ultima notte di Ayrton Senna, nella quale le ore di una veglia dolorosa ma indispensabile che l’autore mette in scena scandiscono, per il Campione, il tempo dell’anima, piagata da ripensamenti, dissidi – professionali ma anche familiari – e dalla fresca tragedia della morte di Roland Ratzenberger in quel dannato sabato 30 aprile 1994. Con le ore passano anche ricordi, eventi, momenti chiave, persone, affetti, su tutti: la fede; un’alba ristoratrice accoglierà un uomo pacificato e pronto a realizzare la sua magia nella gara che lo attendeva: doveva solo vincere quando sembrava facile perdere, (…) la sua specialità.
Suite 200 racconta lo strazio consapevole di un mondo, fatto di medici, infermieri, giornalisti, fotografi … professionisti ignoti ai più e mestieranti del racconto, accomunati e resi sodali da quanto testimoniarono dopo il settimo giro di quel sanguinoso Gran Premio. Storie personali che s’intrecciano e mai più si sciolgono.
Suite 200 parla anche di noi, ammutoliti nelle tribune o davanti a uno schermo televisivo,  quando fu chiaro a ognuno che, dal quel giorno, la Formula Uno non sarebbe mai più stata la stessa. Giorgio Terruzzi parla del rimbombo di un tuono lontano e a me, pensando all’agreste cornice della camera d’albergo di Senna, che affacciava nel verde di alberi rugiadosi e cinguettanti contrapposta al desolante scorcio di una monoposto dilaniata a bordo pista, viene in mente “Il Lampo” di Pascoli:
E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto.
Il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d’un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s’aprì e si chiuse, nella notte nera.

Suite 200 è per tutti coloro che, come me, sono innamorati delle corse e delle parole. È  finito fra le mie mani, con colpevole ritardo dalla sua uscita, seguendo vie fantasiose, e ha rinnovato la mia gratitudine verso Ayrton Senna, la quale è più forte ora, a più di vent’anni dalla sua scomparsa, che allora, quando lo vedevo correre.
Sono grata ad Ayrton Senna per avermi restituito una versione infinitesima e certamente non paragonabile di quella che Giorgio Terruzzi chiama felicità trasmessa nel talento, che lo accompagnò anche nei periodi difficili, anche attraverso le sue ombre.
Sono grata ad Ayrton Senna per aver condiviso una stagione delle nostre vite, rendendola irripetibile.
Sono grata a Giorgio Terruzzi per le storie che sceglie di narrare e per le sue parole piene di cose e spero vorrà perdonare questo innocente sproloquio con velleità di elzeviro da parte di un perfettibile recensore.

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