pubblicato su CircusF1 il 17/12/15
La strada non è mai stata semplicemente una strada, per te. Ogni
nastro sterrato o d’asfalto è una pista, per te, e i suoi dossi, curve e
pendenze sono frenate, forze centrifughe, asperità da dominare. Per te, che
nasci figlio di meccanico e assisti alle corse automobilistiche fin da bambino,
infondo è facile immaginarti pilota.
L’automobile è la Dea futurista e con la tua abilità, che ti
precede anche se nessuna università l’ha mai sancita, infondo è facile farti
accettare da quel ristretto circolo di gentiluomini del volante, che pagano i
costruttori affinchè confezionino loro un’auto da corsa con cui cimentarsi
contro il destino. La tua, però, chiamala con il tuo nome e falla rossa.
Alfa Romeo, Targa Florio, Coppa Acerbo. Infondo è facile
vincere una gara e conquistarsi il diritto di apporre un proprio stemma sulle
auto che si guidano. “Era di mio figlio, lo usi anche lei: le porterà
fortuna!”. Fortuna e sfortuna non esistono, ma le vittorie continuano.
Guerra, pace, guerra e poi ancora pace. Infondo è facile
ricostruire quando hai la consapevolezza di aver eretto dalla tradizione di un
territorio e dalla passione che ti avvolge, qualcosa che prescinde dalla
resistenza delle mura di una fabbrica, qualcosa che diventerà un monumento più
duraturo del bronzo. Partecipare a ogni gara, fin dalla prima, è, più che un
compito, una missione.
Una volta erano gentiluomini del volante, poi sono diventati
cavalieri del rischio, poi, semplicemente e iconicamente, piloti. Infondo è
facile, per chi è stato uno di loro, immedesimarsi nelle loro vite
affascinanti, amarli incondizionatamente o detestarli senza perdono, affidando
loro la più perfetta forma di realizzazione di un sogno a quattro ruote: il
tuo.
Dietro alle cancellate, oltre alla fabbrica c’è la pista, ma
tutto ruota intorno allo studio, sancta sanctorum che tutto deve vedere e tutto
deve sapere. Infondo è facile diventare un mito, un’icona, un punto di
riferimento, una ragione di vita, quando l’intera tua esistenza è animata dai
comandamenti del correre, vincere, migliorarsi, avanzare. Quando tu, piccolo
figlio di una Nazione piccola, batti sistematicamente una gigantesca
concorrenza, non sei solo un vanto, ma un’ispirazione.
Alfa e omega, inizio e fine. Infondo è facile, per chi ha
avuto una lunga vita, accompagnare tanti e di troppi assistere all’ultimo
giorno. Anche dei simboli. Anche dei figli. Infondo è facile lasciare che altri
prendano le redini del tuo Cavallino, che altri taglino il traguardo per te,
che tante volte sei arrivato primo. Anche quando le vittorie ormai da tempo ti
voltavano le spalle, nel momento del commiato c’è stata una doppietta per te,
fra sconfinato cordoglio e consegna all’immortalità.
Infondo è facile, per te, Enzo Ferrari, convincere
innamorati perdigiorno a scrivere di te e della tua Scuderia.
Infondo è stato facile scegliere l’argomento con cui tenere
compagnia agli orfani del motorsport per almeno tre puntate, tutte rosso
Ferrari.
Buon Natale, lettori di CircusF1 e di FormulaElle. Infondo è facile!
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