mercoledì 16 dicembre 2015

Sezione Laura - Eddie Irvine, Mr "Tanto così"

Pubblicato su www.circusf1.com il 12/12/15
Eddie Irvine è un ragazzotto che appare di sfuggita nei filmati celebrativi della stagione 1993: l’ultimo di Alain, l’ultima di Ayrton, tanta roba, fra cui carambole assurdamente devastanti, quasi tutte innescate da lui. Sembrava uno di quegli studentelli nuovi in città, che, per smania di farsi notare, s’adornano di una pettinatura che, nella realtà, non gli farebbe rimorchiare nemmeno l’anta di un armadio, quindi commettono una scelleratezza dopo l’altra, finendo per far saltare i nervi anche al primo della classe. Lui aveva, per l’appunto, uno spaventoso coiffage e chiuse la stagione d’esordio con un punto rimediato a Suzuka e un pugno rimediato da Senna.

Eddie Irvine è la personificazione del “ci mancava tanto così”: vent’anni, due punti; è la sorpresa della prima vittoria in Australia, 1999, quando ancora si diceva che chi vincesse la prima gara della stagione avrebbe vinto il campionato, vecchio adagio che fu vero per molti ma non per lui, che fu il primo a interrompere una consolidata tradizione. Eddie Irvine è il botto di Silverstone che rompe la gamba destra a Schumacher e le uova nel paniere alla Ferrari e a tutti i ferraristi; è la gomma smarrita al Nürburgring che lo fa smarrire per il resto della stagione, salvo alcuni acuti. Eddie Irvine è, soprattutto, il protagonista de “La favola del Pilota Qualunque”, un indimenticabile pezzo che Candido Cannavò gli dedicò agli sgoccioli di quel fatale campionato.
Eddie Irvine è il pilota qualunque e, per certi aspetti, il più improbabile personaggio che mai potesse essere paracadutato in una Ferrari affamata e assetta di riscatto, soprattutto se accostato al giganteggiante compagno di box. Disastroso nella messa a punto per sua stessa ammissione, poco incline al coinvolgimento in qualsivoglia missione che non fosse circondarsi del maggior numero di belle ragazze nel minor tempo possibile, assolutamente politically uncorrect nelle sue dichiarazioni, Eddie Irvine fu, per gli appassionati, pericolosamente in bilico su quella sottile lama che separa quei piloti adorabilmente guasconi a cui ti affezioneresti nonostante i risultati da quei piloti fastidiosamente sfrontati a cui rinfacceresti qualunque risultato. E del fatto di esserci – in bilico su una lama sottile e affilata – lui, prosaicamente, se ne sbatteva.
Eddie Irvine F1 Ferrari 1999Eddie Irvine è l’uomo a cui è riuscito il miracolo, vale a dire andarsene dalla Formula Uno senza voltarsi indietro nemmeno una volta, costruendosi una carriera di strepitosi successi in altri campi. Quanti avrebbero previsto l’Eddie uomo d’affari solido e di successo che è ora? Forse solo quei pochi che, durante la sua carriera agonistica, ne percepirono l’intelligenza e la capacità di decidere in fretta. Queste e altre abilità che gli consentirono, allora, di convivere in squadra con l’indiscutibile Michael Schumacher senza farsi schiacciare dalla sua ombra e che, ora, gli consentono di dire senza tema di piageria che il Kaiser fosse un pilota “sensazionale” .
Eddie Irvine è il rivoluzionario che, all’alba dell’era dello strapotere dei piloti paganti, ha scelto di non correre più se l’unico modo per farlo era pagarsi il sedile. Eddie Irvine è nei ricordi indelebili di chi ama questo sport per quel pugno sferrato da Senna, quel campionato vinto da Hakkinen e quella monoposto dominata da Schumacher, cose fatte da altri nella sua vicenda personale, quasi che ne fosse stato l’ospite, di quella vicenda, invece che il diretto interessato. Ma Eddie Irvine non era e non è uomo di assoluti, come testimonia una faccia per vedere la quale varrebbe la pena di pagare oro: mi riferisco alla faccia che fece il Presidentissimo Luca Cordero di Montezemolo quando, alla domanda “Cosa ne pensi della Ferrari” fatta all’irlandese venturo alfiere di Maranello, si sentì da questi rispondere, con urticante nonchalance, che i ricambi erano un po’ troppo cari.
Vent’anni, due punti: Eddie Irvine è tutto qui ma è anche tutto il resto, il pilota qualunque che si è scritto da solo il finale della sua favola.
Ciao, Direttore Cannavò. Grazie.
Eddie Irvine, in una recente visita a Maranello (2014)
Eddie Irvine, in una recente visita a Maranello (2014)

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