mercoledì 2 dicembre 2015

Il Gran Premio di Abu Dhabi e le belle vittorie di chi perde

Pubblicato su CircusF1 il 30/11/15
Si può festeggiare un secondo posto come e più che se fosse un primo? Si può esser appagati per un dodicesimo posto? Ci si può sentire fieri per un record di punti che regala solo un quinto posto assoluto? Si può trovare del positivo in una stagione pur non avendo una power unit per la successiva?

La risposta a queste domande è scritta fra le righe del Gran Premio di Abu Dhabi che ha concluso la stagione di Formula Unno 2015 ed è: sì, certamente, come ci insegnano l’arrembante Ferrari, il miracoloso Button e la sua McLaren Honda, la sorprendente Force India e la mai doma Red Bull. Una stagione già abbondantemente scritta e ampiamente scontata, chiusa con largo anticipo quando già non aveva più molto da dire eppure ben più viva di quella passata, che ci lasciò con più punti interrogativi di quelli con i quali si era presentata a noi: assodato che si apriva un ciclo, quello della Mercedes più dominante e vincente di sempre, tanti dubbi restavano sulla riuscita delle nuove power units, sul ritorno del binomio McLaren Honda, sulle controversie economiche e finanziarie, soprattutto su una Scuderia Ferrari che aveva perso per strada quasi tutti i suoi punti di riferimento e si apprestava a ripartire da zero.
“Ricordatevi dov’eravamo l’anno scorso” è la frase che si sente dire più spesso, ebbene dall’altra parte del televisore e della pista eravamo delusi e smarriti, qualcuno si è sentito anche tradito, qualcun altro era arrabbiato e lo è tutt’ora. Allora come ora, tanti, dall’alto della propria idolatria a senso unico per questo o quel personaggio o bandiera, rinfacciano ad altri una supposta e servile faziosità a questa o quella causa. Spiace vedere che, per affermare una propria idea o semplicemente per sentir risuonare l’eco delle proprie parole, si irrida ai progressi altrui perdendosi in proclami altisonanti per l’anno che verrà, ancora e sempre, mentre fra lo sport e il pubblico – quello vero – la distanza cresce inesorabile.   Forse è in questo senso che la Formula Uno e il mondo che le ruota attorno ha bisogno di compiere un tangibile passo in avanti: si vince o si perde, ma vi sono molti modi di farlo e secondo me in questo campionato i secondi hanno dato una bella lezione ai primi, pur avendo perso. Per questo mi auguro che la prossima stagione sia difficile, combattuta e appagante, perché vincerla sarà un’impresa degna di essere ricordata e perderla non renderà sconfitti.
Buon viaggio, allora, a voi, amici che mi avete letto. Se avete gradito intrattenervi con i miei articoli per questa stagione, sappiate che io ho esageratamente gradito intrattenere voi.
E buon viaggio a te, Jules Bianchi. Dopo tante lacrime e parole, che non resti solo un traguardo non tagliato.

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