Pubblicato su circusf1 il 06/10/15
Nato benestante da una famiglia tradizionale, suonava il
piano ma era la musica dei motori quella che voleva sul serio sentire, così il
mondo delle corse se lo ritrovò ai nastri di partenza un giorno, come un
visitatore inatteso.
Il bello sguardo di blu dipinto fece innamorare una nazione,
ma lui decise di occultarlo calandovi su una visiera da corsa; non era il
principe azzurro in carca della sua principessa, ma il principe dei Cavalieri
del Rischio che cercava il suo destriero da domare.
Lo Scozzese Volante, tutto metodo, prese sotto la sua ala
protettrice lui, che era tutto istinto; si rincorsero assieme vincendo gare e
titoli mondiali, l’esperto tralcio e il giovane virgulto: furono allievo e
maestro, furono squadra vera e furono, senza dubbio, amici.
La Tyrrel 006 col numero 6 il giorno 6 sulla pista che più
amava, teatro del suo unico trionfo, avrebbe dovuto portargli bene, in quella
che poteva essere l’alba di un destino splendente, dipinto di blu come i suoi
occhi. Si trattò, invece, di un tramonto straziante, il 6 ottobre 1973.
Lo Scozzese, grande come solo veramente i Grandi sanno
essere, non volle più correre e si fermò a quota 99 vittorie, a solo una gara
dalla fine del campionato. Cosa conta un numero tondo se è svuotato di senso
ciò che poteva dargli valore?
Per questo canto una canzone triste. Per François Cévert,
per coloro che hanno amato vederlo correre e sognato il suo futuro spezzato,
per chi ancora oggi si perde nel blu dipinto del suo sguardo e per tutti coloro
che portano nel cuore il ricordo commosso di un pilota che non ha più visto la
bandiera a scacchi.
Oh, e per Ivan Graziani, che mi ha prestato le parole nel
giorno del suo compleanno.
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