“Se il diavolo ha un
cuore”, più che un romanzo che parla di “intrighi e spy stories nel mondo della
Formula Uno”, è una ripresa in soggettiva girata a trecento all’ora sulla base
di un’ottima sceneggiatura da thriller.
Ogni personaggio dipana un personale
filo d’Arianna per orientarsi nel labirinto della storia - che contiene tutti i
topoi della Formula Uno come le macchine, la tecnologia, i piloti e le belle
donne – ma il mostro che tiene le fila, in questo caso, non è un Minotauro,
spietato, terribile ma palese e, quindi, in un certo qual modo, “rassicurante” quale
“cattivo atteso” di turno, bensì un Dedalo, un geniale architetto del male occultato
agli occhi dei più e quindi decisamente più inquietante. Lusso ed eroismo vanno
di pari passo con meschinità e miseria, personaggi reali e fittizi
interagiscono efficacemente fra loro.
Leggere questo libro qualche anno fa mi ha fatto pensare a
quanto fosse romanzesca e cinematografica la Formula Uno: gente chiamata Drake,
Black Jack, Scozzese Volante, che perseguiva un sogno eroico e futurista, gente
che non avrebbe sfigurato accanto al Captain Blood di Errol Flynn. E questo per limitarsi agli anni remoti!
Penso che questo mondo attragga poco cinema e letteratura ma
quando la scintilla scocca avviene qualcosa di magistrale e coinvolgente, come
accaduto, nel cinema, con Rush di Ron Howard.
Qualche giorno fa via Twitter – laocoontica e attraente figura
mitotecnologica dei nostri giorni – ho chiesto a Benny Casadei Lucchi, l’autore,
per quale motivo siano troppo poche le buone penne e infinitamente scarsi i
romanzi sulla Formula Uno. Sulle troppo poche buone penne ha glissato, per sua
eleganza, e credo che, per mia eleganza, seguirò il solco tracciato anche io;
sugli infinitamente scarsi romanzi sulla Formula Uno, ha commentato che il
grande pubblico non sa che ambientare una storia in questo ambiente è come
scrivere un legal thriller in giro per il mondo.
Del grande pubblico
non saprei cosa dire, mi ci vorrebbe un forum specializzato chilometrico e
questo spazio è troppo anche definirlo un elzeviro (si chiama Ellezeviro non a
caso) ma posso assicurare a Benny Casadei Lucchi che il piccolo pubblico di
FormulaElle è ben istruito.
Porto le prove per tutti i malfidati ... |
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