Pubblicato su CircusFuno il 14/03/16
Succederà spesso, durante questo campionato 2016, che ritorneremo con la memoria al campionato 1996.
Il pilota era lui, Michael Schumacher, e le gare erano il Gran Premio di Spagna nel primordiale diluvio di Barcellona, il Gran Premio del Belgio nell’Università delle Ardenne e il Gran Premio d’Italia, in quella che sarebbe diventata, presto, anche casa sua.
Altrettanto spesso, credo, ritorneremo ai ricordi del campionato 2006. Altra cifra tonda – dieci esatti – e altro tono epocale: altrionfo – confermato – di una giovanissima stella delle piste, destinata a far a lungo parlare di sé, si accompagnava un ritiro, anche quello trionfale benchè segnato da una sconfitta in classifica, con uno speranzoso passaggio di consegne. Si chiudeva un decennio che ancora oggi ricordiamo con nostalgia, nonostante la noia di certe – moltissime – gare, forse perché quelli furono gli ultimi anni in cui la Formula Uno non fu regolamentocentrica e tecnoossessiva, anni di test liberi e sviluppi continui, e anche perchè – diciamocelo – si avvicendarono personaggi niente affatto anonimi: Hakkinen, Coulthard, Montoya, Villeneuve, Frentzen e i nostri Trulli, Fisichella e Zanardi, oltre ai tre evocati qualche riga fa. Di questi tre, due sono ancora in pista, l’hidalgo Alonso e l’Uomo di Ghiaccio Raikkonen, il terzo … beh, la verità è che il terzo non è qui con noi ma è sempre presente.
Lui è Michael Schumacher e gli è riuscita l’ennesima impresa, vale a dire far sentire la propria presenza nell’assenza e radunare tutte le varie anime, fra detrattori, delusi e fedelissimi, in un solo desiderio: continua a lottare, rimettiti presto.
Succederà spesso, nel corso della stagione, di ripensare al 1996 e al 2006, però adesso un nuovo campionato è alle porte, con una squadra imbattibile, una Scuderia blasonata bisognosa di riscatto, interessanti esordienti, tanti giovani arrembanti e una surreale procedura di qualifica che ci terrà ben svegli. Pensiamo al 2016, che sia un campionato non scontato, magari epocale, e che vinca il migliore.
Il migliore è ancora una volta lui, Michael Schumacher, perché la sua è la battaglia che si deve vincere per forza.
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