lunedì 8 giugno 2015

Il giorno della marmotta

C'è un film molto carino di qualche anno fa che racconta le peripezie di un meteorologo molto svagato, interpretato da Bill Murray, il quale, per un curioso scherzo del destino, si trova incastrato a rivivere all'infinito uno stesso giorno - il famigerato "Giorno della Marmotta" - confinato in una nevosa cittadina della provincia statunitense. Proprio a questo film - Ricomincio da capo - ho pensato mente assistevo al Gran Premio del Canada da un divano molto affollato.







No, non perchè uno di questi buffi animali si è parato davanti alle monoposto che battagliavano in pista proprio durante la gara, bensì perchè il Gran Premio tanto atteso in quanto, storicamente, accreditato di estrema incertezza e foriero di sorprese - fra meteo, sorpassi, incidenti e safety cars - è stato, per molti versi, una riedizione di un già visto. Doppietta Mercedes, gli altri a inseguire, Mc Laren ritirate, il Muro dei Campioni relegato a spettatore.


E il garone di rimonta di Sebastian Vettel? 
Nulla da eccepire. Gara epica, tattica, fisica, oppure, come più efficacemente descritta ieri sera da un abitante del divano "parte millemillesimo, fa un cambio gomme di mezz'ora, si riferma, deve sorpassare Alonso due volte e arriva quinto mangiandosi  un secondo al giro al compagno di squadra che era lì da una vita". Se le monoposto avessero gli sportelli, il suo sventolerebbe direttamente sui denti dei tanti detrattori che lo definivano buon solo per gareggiare partendo davanti a tutti. Ma ...

Ma che?
Accanto al garone, c'è la garetta. Raikkonen - la parte Belle della nostra coppia Belle et Sebastien - si perde in un testacoda per motivi suoi e, con esso, un podio che solo la Ferrari poteva perdere. Una bella Bottas di fortuna per gli altri, senza dimenticarci che Vettel era finito là in fondo a seguito di una disastrosa qualifica funestata da un misterioso guasto e da una penalizzazione. A guardare la successione di giri veloci e a scorrere i rilevamenti delle velocità di punta veniva la bile fosforescente, sapendo cos'era e pensando a cosa poteva essere!

Uffa, però! E alla rimonta da fenomeno di Massa, che tanti davano per bollito, non ci pensi?
Penso più che altro che Marcus Ericsson - proprio lui, Lentus Ericsson! - se l'è tenuto dietro per un bel pezzo con una Sauber non irresistibile. Bella gara e ottimi i duelli, soprattutto con le mai dome Force India, ma è finito, comunque, dietro a Vettel. E poi c'è mancato poco che la marmotta gli rovinasse tutto.

Beh, c'era pur sempre la Red Bull ... Ah, no scusa, volevo dire la Mc Laren ... Oh, santo cielo! Meglio tacere, va.
Sì, appunto. Il silenzio è la migliore forma di rispetto per avversari coriacei e validi ai quali dobbiamo l'onore delle armi, mentre accendiamo un cero a Santa Pazienza.

E Maldonado?
Lo ringraziamo sentitamente per averci risparmiato il solito pandemonio e per una gara solida. Del resto, il compagno di squadra Grosjean, gelosissimo di lui per le attenzioni ogni volta tributategli, ha deciso di sottrargli la ribalta speronando l'incolpevole Manor di Stevens imboccando la corsia box. Nuovo motto Lotus coniato all'uopo: Spariamo sulla Croce Rossa!

Quindi?
Quindi la gara delle sorprese è rimasta sorpresa per l'assoluta mancanza di sorprese.





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